Card image

Dietro le quinte del primo Convegno nazionale di Citizen Science Italia

Simona Cerrato
Jan. 23, 2024, 1:15 p.m.

Dietro le quinte del primo Convegno nazionale di Citizen Science Italia

Dal 24 al 26 novembre si è tenuto a Pisa il primo Convegno nazionale della neonata associazione Citizen Science Italia. È stato un evento importante nella suggestiva cornice degli Arsenali repubblicani, a Pisa che testimoniano la lunga storia marinara della città e la sua apertura verso nuovi orizzonti. Ne parliamo con Andrea Sforzi, Gaia Agnello e Chiara Vitillo, che hanno organizzato l’evento e sono lo spirito dell’associazione. Ci ha accompagnato Tigre, la gatta di Gaia, che non perde nemmeno una videochiamata quando si tratta di citizen science.
[link alla versione inglese: https://eu-citizen.science/blog/2024/01/23/behind-scenes-first-national-conference-citizen-science-italia/]


Partecipanti al primo Convegno nazionale dell'associazione Citizen Science Italia (Pisa, 24-26 Novembre 2023)

Il convegno è recente, quindi le emozioni e le impressioni sono ancora vive e presenti. Qual è l’aspetto più memorabile che raccontereste a qualcuno che vi chiedesse com’è andata?

C: La cosa che mi ha fatto più piacere è stata l’atmosfera allegra, amichevole, collaborativa. C’è stata una partecipazione entusiastica. E sono contenta che non sia un’impressione personale, perché è emerso anche dalle conversazioni informali che abbiamo avuto e dal questionario di valutazione finale. È un po’ la stessa cosa che era successa durante il primo incontro più informale organizzato a Grosseto nel 2021.

A: Questo aspetto mette in risalto la differenza tra un convegno classico scientifico, a cui siamo abituati, più asettico e formale, e il senso di grande apertura, disponibilità e ascolto che volevamo trasmettere. Riflette un bisogno della comunità di incontrarsi, condividere esperienze e conoscenze, parlarsi e creare relazioni che sono così importanti nel nostro campo. D’altra parte il successo ha anche un lato negativo: abbiamo dovuto rinunciare alla partecipazione di alcune persone perché siamo arrivati a superare la capienza massima della struttura che ci ha ospitati, i meravigliosi Arsenali repubblicani. Eravamo più di 170 persone! E avremmo potuto essere di più. 

Significa che la comunità della citizen science in Italia è bella vivace e molto in crescita.

G: È la testimonianza di una collaborazione che va avanti ormai da anni, e che ha creato legami quasi familiari tra persone che condividono idee e desideri. Incontrarsi fisicamente è stato molto emozionante. Ci siamo sentiti molto in sintonia tra di noi e con coloro che hanno partecipato. Il convegno è stato anche l'espressione concreta dei nostri metodi che si sono consolidati negli anni — nella struttura delle sessioni e dei workshop —  e ci ha chiarito quello che vogliamo effettivamente incoraggiare tra i partecipanti: dialogo e partecipazione.  

E qualcosa di negativo? Che cosa avreste voluto fare meglio?

C: Vogliamo coinvolgere di più il pubblico! Al convegno sarebbe stato bello se ci fosse stata più partecipazione popolare.

G: Sono d’accordo. È arrivato il momento di raccontare la citizen science al pubblico, dobbiamo renderla più conosciuta e fare in modo che le persone si avvicinino con curiosità e disponibilità. Dipende da noi, serve una campagna di comunicazione a livello nazionale.

Questa è una realtà comune a molte iniziative, non solo in Italia. Mancano i e le citizen scientist: è difficile coinvolgerle/i attivamente in questi incontri. Penso che noi, persone attive a vario titolo nella citizen science, dovremmo attingere all’esperienza trentennale della comunicazione della scienza e del public engagement. Creare un’alleanza con chi lavora nei musei, nei media, nell’educazione, e imparare nuovi metodi partecipativi basati sul dialogo, capire la percezione pubblica della scienza, rendere più consapevole la comunità scientifica e coinvolgere le persone. Ma questo è il tema per un’altra conversazione.

Tornando al convegno, ovviamente questo evento non nasce dal nulla. La citizen science in Italia ha una storia importante che finalmente quest’anno ha avuto anche un suo riconoscimento formale con la creazione dell’associazione. È una bella storia: quali sono state le tappe importanti?

A: Sicuramente è stata fondamentale l'esperienza europea. Abbiamo imparato e fatto nostre modalità di interazione apprese da esperienze di confronto con altri paesi, basate sull’ascolto e metodologie partecipative, molto diverse dai contesti strettamente scientifici. Abbiamo tradotto queste metodologie in una ricetta italiana, cercando di adattarle al nostro contesto culturale.

G: Sì la parte di presentazione classica è stata ridotta all’osso, e non sono mancati momenti di confronto, durante i quali le persone erano sedute in cerchio tutte insieme con pennarelli e post it. 

C: Tutti avevano tante cose da dire e tante cose interessanti! La prossima volta cercheremo di dare ancora più spazio al dialogo e all’ascolto. Perché andare a un convegno non ha solo lo scopo di presentare il proprio progetto, ma si va per ascoltare e partecipare.

Senz’altro c'è bisogno di spazi inclusivi dove le persone possono fare sentire la loro voce. Innesca idee, scatena l’entusiasmo e lancia magari nuove collaborazioni e nuovi progetti. Tornado alla vostra storia… 

A: La scaletta è questa. Alcuni italiani si sono incontrati a Berlino alla prima conferenza di ECSA nel 2016. Ci siamo trovati intorno a un tavolo per capire se potevamo creare una realtà nazionale. Ci siamo poi incontrati a una riunione a Milano, e poi al primo convegno nazionale a Roma nel 2017, quando ancora la comunità era un gruppo informale di appassionati. Fondamentale è stato poi partecipare alle attività del progetto H2020 DITOs (Doing it together science) nei due anni successivi, che ci ha aperto al contesto europeo dandoci l'opportunità di realizzare due tavole rotonde e un policy brief sulle linee guida per la strategia nazionale della  citizen science in Italia. Nel 2021 il convegno a Grosseto Verso la realizzazione del network è stata un’altra tappa importante, e lo scorso anno la nascita dell’associazione, il 17 febbraio 2023, con la presentazione e la consegna delle Linee guida per lo sviluppo della citizen science in Italia al Ministero dell’Università e della Ricerca. Infine il convegno di novembre a Pisa.

Ovviamente questo è solo l'inizio della storia. Quali sono i progetti per il futuro? Come vedere il vostro futuro lontano, la vostra visione? Quali sono invece i prossimi passi più vicini e concreti?

A: La speranza è di realizzare un centro nazionale per la citizen science in Italia, magari con dei fondi governativi, per rendere questo approccio più diffuso e accreditato. La mia visione, con il cuore in Europa e i piedi in Italia, è di costruire un modello di federazione europea della citizen science, che faccia riferimento a ECSA e che sia formato dalle associazioni e dai network nazionali. Per ora quella italiana è l’unica vera associazione nazionale, esistono tanti altri organismi, centri e network che lavorano molto bene, in Austria, Germania, Belgio, Danimarca, Portogallo e molti altri, ma non sono associazioni in senso formale. La nostra associazione italiana si ispira molto a ECSA, anche noi stiamo per organizzarci in working group tematici e collaboriamo con ECSA in progetti europei. Gaia è, fra le altre cose, l’ambasciatrice in Italia per il progetto ECS. 

Mi ispiro a quello che è stato fatto per i parchi naturali europei: esiste una federazione europea, EUROPARK, dove l’Italia è rappresentata dall’associazione italiana Federparchi. Una cosa simile la immagino e la auspico per la citizen science. Una grande associazione europea, ECSA, che federa, sostiene, abbraccia le varie associazioni nazionali. Darebbe un grande impulso alla citizen science sia a livello europeo che a livello nazionale. E consentirebbe una maggiore sostenibilità nel lungo periodo. 

Considerando un orizzonte più vicino, penso alla creazione di una piattaforma italiana, utilizzando il software di quella europea eu-citizen.science, con la quale già collaboriamo per la sua  ristrutturazione e il suo rilancio. Poi vogliamo rafforzare il nostro ruolo in Italia e riuscire a soddisfare i bisogni della comunità nazionale, e quindi creare una struttura più stabile. 

C: Vorrei lavorare molto concretamente con la creazione di gruppi di lavoro, piccoli gruppi di persone che lavorano su un certo argomento, e poi condividono con tutti gli altri il frutto delle loro riflessioni. Questo ci permetterebbe di diventare più operativi, necessità che è emersa durante il convegno, insieme a mille idee interessanti. Il prossimo appuntamento è l’assemblea dell’associazione che si terrà a febbraio 2024. E naturalmente il prossimo convegno tra due anni.

Colgo naturalmente l’invito e mi segno questo appuntamento. È un appuntamento per tutte e tutti! 

A: Sì, ma nel frattempo tante cose importanti si stanno profilando all’orizzonte, e quindi seguiteci e partecipate. 

E Tigre, che è rimasta in attento silenzio finora? Hai qualcosa da dire?

T: Miaoooo






La gatta Tigre, grande fan della citizen science


x
This website is using cookies. More info. That's Fine